Nel cuore di Civita, una dimora senza tempo sfida le mode e la frenesia della quotidianità
Percorrendo il lungo ponte pedonale che collega Bagnoregio a Civita, borgo arroccato su un costone di tufo nel cuore della Tuscia, in provincia di Viterbo, è impossibile non innamorarsi del paesaggio naturale.
Qui Paolo e la sua compagna di vita Cristiana riscoprono l’arte di fermarsi e ascoltare il silenzio. Decidono, quindi, di acquistare una porzione dell’ex palazzo vescovile e di iniziare un accurato restauro per riportarlo all’antico splendore senza snaturarne l’identità.
Memorie lontane
Tra le mura cinquecentesche, la coppia coltiva la passione per il collezionismo di oggetti d’arte e non solo: quadri antichi, monili sacri, mobili d’antan, ma anche manufatti di uso quotidiano di epoche lontane. Specchi, ceramiche e oggetti ereditati o acquistati durante i loro viaggi iniziano ad animare in modo unico e originale gli ambienti della loro nuova casa.
Un rifugio nel silenzio
La dimora, arricchita da un rigoglioso giardino segreto che Cristiana cura con la medesima dedizione degli interni, diventa passo dopo passo l’espressione materiale di un modo di vivere che segue il ritmo della natura e la bellezza della permanenza.
Nasce così la Corte della Maestà, pensata come estensione della loro stessa casa. Non un semplice albergo ma un timeless retreat, nel quale gli spazi privati e quelli destinati agli ospiti, pur nel rispetto della reciproca privacy, si mescolano per creare un senso di condivisione e comunità.
Photo Giovanni De Sandre