Contenitori poetici che abbelliscono con semplicità. Delicate, eppure robuste, le zuppiere sono ideali da utilizzare nel quotidiano.
Panciute, rigonfie, capienti e archetipiche, le porcellane richiamano a un simbolismo legato al femminile capace di contenere e custodire. Per ritrovare i primissimi antenati della zuppiera, dobbiamo risalire alla satura lanx, il piatto di primizie che gli antichi romani destinavano agli dèi: la grande ricchezza del piatto imponeva che fosse presentato all’interno di contenitori.
Se nell’uso romano, poi medioevale e rinascimentale, l’abitudine era quella di utilizzare contenitori commestibili (forme di pane svuotato, per esempio), in epoca moderna si iniziarono a utilizzare le zuppiere, ossia i recipienti per contenere zuppe, brodi e minestre.
Inizialmente realizzate con materiali semplici come legno e peltro, con l’avvento dell’industria ceramica nel Settecento iniziarono a essere prodotti i primi esemplari di zuppiere destinati alle famiglie nobili.
La zuppiera, simbolo di antichi riti
Ecco che ancora oggi, tra le maioliche del passato, sicuramente le zuppiere sono le regine indiscusse capaci di conferire alla tavola un’atmosfera da casa nobiliare e un’allure artistica.
Veri gioielli poetici, di quelli che è bello tramandare, possono diventare contenitori di piccole cose, dolcini, oggetti preziosi e anche scrigni che sembrano pensati per racchiudere ed evocare l’emozione di un ricordo di un gesto, di una tradizione familiare.
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